Scusate la mia incapacità di comunicare, ma voglio approfittare di questa occasione per salutare e ringraziare l’altro centro affettivo di Carlo.
Ringraziarvi per la possibilità che gli avete dato di esprimersi e realizzarsi nel lavoro che gli è rimasto fino all’ultimo una priorità (la domenica che è stato ricoverato in ospedale, mi diceva che non poteva mancare dall’ufficio perché lunedì doveva fare il bilancio).
Ma “Il Faggio” per Carlo non è stato solo un posto di lavoro, era un posto di incontro e di proposta di quello per cui lui viveva, e le persone che sono passate da casa mia ne sono solo un minimo segno.
Negli ultimi tempi era preoccupato perché sentiva che le forze non erano adeguate a quanto doveva fare, ora credo possa e voglia fare molto di più per voi e per me.
Nessuno poteva immaginare, quando ha iniziato nel 1994/95 a mezza giornata, quello che Carlo ha contribuito a realizzare, il Signore che ha avuto l’ardire e la fantasia di mettercelo sulla strada troverà sicuramente qualcuno per continuare quest’opera buona.
Con affetto,
Rosa Maria